There are two of you, don’t you
see? One that kills…and one
that loves.
ROXANNE
Ci sono due uomini in te, non vedi?
Uno che uccide… L’altro che ama.
ROXANNE
Pronunciata da un personaggio minore del film Apocalypse Now Redux, questa citazione illumina la dualità dell’essere umano: la sua parte costruttiva e quella distruttiva, la sua natura materna contro quella politica, la sua anima sognatrice contro quella combattiva. Questo, a mio avviso, è un tema centrale nella ricerca artistica di Emanuele Giannelli.
Zoran Music, che venne deportato nel campo di concentramento di Dachaun nel 1944, dipinse appena negli anni ‘70 le scene vissute. Trent’anni sono serviti per storicizzare. Questo lo scrivo per evidenziare che esistono nella vita di un artista dei momenti nei quali alcuni elementi si incastrano e danno origine a processi creativi. Elementi che possono emergere da un’esperienza fatta trent’anni prima e incastrarsi con ciò che è presente o addirittura con ciò che ancora deve succedere.
Giannelli, conscio delle proprie capacità, è consapevole della sua dimensione rispetto all’immensità di ciò che lo circonda e si assume le sue responsabilità con tutto ciò che questo comporta. Questo scultore, mi si conceda, è un artista “politico” che, sapendo di avere un ruolo comunicativo, dice chiaramente: “… dobbiamo smetterla di puntare il dito, il problema è uno solo e sono io” (inteso come noi). Questa premessa è importante per dissipare ogni dubbio rispetto al fatto che di fronte a noi ci sono le opere di un artista che si è liberato della vanità e agisce rischiando se stesso.
In questo momento storico nell’opera dell’artista romano (di nascita) si incastrano tutti gli elementi di cui parlavo prima. Uno dei primi temi ha origine negli anni ’80/’90, quando Giannelli, compiuti gli studi, inizia a girare il mondo e visita più volte Berlino e New York.
Si va incontro ad un mondo nuovo, un mondo che vivrà sul primato delle cose rispetto all’umano. Non esiste più un progresso che ha come obiettivo della sua azione l’uomo, ma esiste uno sviluppo che utilizza l’uomo come strumento di accrescimento di sé. Il denaro non è più simbolo di un valore ma è l’unico generatore di valori e l’uomo è un ingranaggio del suo meccanismo di sviluppo. Giannelli intuisce e ciò su cui inizia a lavorare. Così prendono forma le prime maschere cibernetiche, frutto della raccolta di scarti industriali che nel 2006 assumeranno forme umane e faranno parte di un bestiario che osserva l’uomo in quanto identità seriale. Ecco dunque uno dei grandi temi della ricerca dell’artista: il contrasto cui l’uomo è costretto nella sua intimità, in bilico tra la serialità e la solitudine, e che lo costringe ad una presa di coscienza.
Location
Via Tivarnella 5
34132, Trieste
Tipo di evento
Mostra e inaugurazione
Ora
18.30